CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2015
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INCHIESTA
figurano la riforma del trasporto pubblico locale, che ha
a disposizione un fondo di 4,9 miliardi di euro, su cui è
stato presentato un disegno di legge e uno studio sui co-
sti standard, perché oggi ci sono enormi differenze di co-
sto tra una regione e l’altra. L’obiettivo è dimostrare nel
trasporto locale la stessa efficacia ed efficienza raggiunte
nell’Alta velocità, anche attraverso l’accorpamento del-
le oltre mille società locali che si occupano di trasporto.
C’è poi il Piano nazionale degli aeroporti, che ha sancito
che non possono esistere 90 aeroporti di interesse nazio-
nale: ne bastano tre intercontinentali (Roma, Malpensa e
Venezia) e nove strategici inseriti nella core network eu-
ropea: Torino (in sinergia con Malpensa), Bologna e Pisa/
Firenze (con gestione unica), Napoli, Bari, Lamezia Ter-
me, Palermo, Catania, Cagliari. È poi in arrivo il Piano na-
zionale dei porti e della logistica per rispondere alla sfida
concorrenziale dei grandi porti del Nordeuropa e a quella
prossima dei porti africani sul Mediterraneo.
Le infrastrutture sono anche una leva per ridurre il divario
tra Nord e Sud, che con la crisi è aumentato. Per questo
il Governo ha deciso di accelerare al massimo, con la no-
mina di un commissario straordinario, l’Alta velocità-alta
capacità Napoli-Bari. Accelerazione anche per la Palermo-
Catania-Messina. E per il prolungamento sino a Reggio
Calabria dell’Alta velocità che ora si ferma a Battipaglia.
Per rispettare i vincoli di bilancio, da anni i governi hanno
puntato sulla collaborazione pubblico-privato. Gran parte
della rete autostradale è sviluppata, manutenuta e ade-
guata grazie a capitali privati. Molte piccole e medie opere
diffuse sul territorio vedono la compartecipazione di risor-
se pubbliche e private. Ma si può fare di più. Occorre una
Pubblica amministrazione che rilasci i permessi in tempi
certi, norme che non lascino margini di interpretazione,
governi e parlamenti che non cambino le regole del gio-
co a partita iniziata.
E poi ci sono i fondi europei del Piano Juncker, che pre-
vede maggiori investimenti europei su quei corridoi che
la stessa Unione ha dichiarato strategici per tutto il conti-
nente: quattro su dieci attraversano l’Italia a Est-Ovest e
Nord-Sud. È vero che il Piano prevede 250 miliardi di euro
di investimenti, di cui ne sono disponibili solo 26, ma se-
condo il Governo questi 26 sono decisivi, perché possono
fare da volano e da moltiplicatore di investimenti privati.
La Tav in Val di Susa
Fra le tratte delle reti transeuropee c’è anche la Torino-
Lione, che prevede il tunnel ferroviario di 57 chilometri
(45 in territorio francese e 12 in territorio italiano) del-
la Val di Susa, sotto il Moncenisio, forse l’opera pubblica
più contestata, anche con manifestazioni violente, della
storia recente.
Il Governo difende l’opera e ha ribadito che si farà con un
contributo europeo che arriverà al 40% degli 8,6 miliardi
di spesa stimati nel 2012. Oggi in Val di Susa i treni mer-
ci arrancano su pendenze che richiedono l’uso di due, a
volte tre locomotori, per arrivare ai 1.300 metri di altitu-
dine del traforo del Frejus voluto da Cavour oltre 150 an-
ni fa. Questo comporta costi che rendono conveniente il
trasporto su gomma, con tutte le nefaste conseguenze di
inquinamento e di insicurezza della circolazione. Le mer-
ci trasportate nell’arco alpino erano 19 milioni di tonnel-
late nel 1967, sono diventate 150 milioni nel 2008, pri-
ma della crisi.
A riprova dell’intenzione del Governo di procedere, il 16
marzo scorso si è riunito a Roma il primo consiglio di am-
ministrazione della Telt, la società paritetica tra Italia e
Francia per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-
Lione. “È un grandissimo progetto con enormi prospetti-
ve – ha affermato il presidente, il francese Herbert Mesnil
– in un ambito di relazioni di rispetto con gli enti locali e
da cui ognuno potrà trarre benefici”. “La giornata di og-
gi – ha aggiunto il direttore generale, l’italiano Mario Vi-
rano – segna l'avvio operativo della realizzazione dell'o-
pera. La situazione va sbloccata. È legittimo contestare e
protestare, ma queste proposte devono essere canaliz-
zate nella corretta collaborazione. Da parte nostra viene
riaffermato il pieno riconoscimento e la piena legittimi-
tà delle critiche, purché avvengano sul piano legale. Sia-
mo disponibili a un dialogo con ricadute positive sui ter-
ritori interessati”.
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