Civiltà del Lavoro, n. 1/2015 - page 36

CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2015
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INCHIESTA
interessati da altri due importanti Corridoi europei. Ecco
perché è essenziale impegnarsi in un esercizio di pianifi-
cazione che consenta, da un lato, di mettere in rete l’Italia
con l’Europa e con sé stessa, ma anche di far decollare il
mercato di servizi logistici e servizi di mobilità, che siano
centrati su criteri di efficienza, sostenibilità e intermodalità.
Il Governo ha presentato il Piano aeroporti e sta lavo-
rando al Piano porti: come giudica questi documen-
ti programmatici?
Il Piano aeroporti è, a nostro avviso, in linea con gli indi-
rizzi europei. Si punta a ridurre l’eccessiva parcellizzazione
dell’offerta aeroportuale, rafforzando gli scali core (Roma,
Milano, Venezia) e individuando altri pochi scali di rilevan-
za strategica internazionale suddivisi per bacini di traffico,
da agganciare alla rete di trasporto ferroviaria e stradale;
mentre un peso apparentemente residuale dovrebbero
averlo gli scali di rilevanza nazionale, che verranno man-
tenuti solo se rispettosi di alcuni criteri di traffico e di so-
stenibilità finanziaria. Un punto di forza ulteriore è rap-
presentato dalla scelta di realizzare collegamenti tra gli
aeroporti di Roma, Milano e Venezia e la rete ferroviaria
dell’Alta velocità. L’integrazione scali-reti ferroviarie con-
sentirà di servire in maniera rapida ed efficiente i diversi
bacini di utenza degli aeroporti, dal meridione alla dor-
sale adriatica e al Nord-Ovest del Paese.
Quanto ai porti, è ormai attesa da tempo la riforma della
legge quadro e l’adozione di un piano strategico. I vari rin-
vii di questi anni ci confermano come, nonostante sia for-
te l’esigenza di rafforzare l’efficienza dell’offerta portuale
soprattutto in chiave europea, le pressioni campanilistiche
continuino a essere prevalenti. Si tratta di una dinamica
che va superata per dar vita a un sistema infrastruttura-
le integrato e intermodale, che individui i nodi di scam-
bio più importanti, ne assicuri i collegamenti con le arte-
rie viarie e ferroviarie principali da cui far discendere, in
maniera capillare, i collegamenti con i diversi nodi urbani.
Come giudica, da questo punto di vista, la riforma del
Titolo V della Costituzione e il riordino dei poteri locali
con l’abolizione delle Province come enti politici e la
creazione delle Città metropolitane?
Abbiamo colto la spinta riformatrice del governo del ter-
ritorio che è stata avviata con la riforma costituzionale e
con la legge Delrio sul riordino dei poteri locali.
La revisione del Titolo V resta una delle priorità per rilan-
ciare una programmazione infrastrutturale organica, che
superi i vincoli ingiustificati e le contrapposizioni a volte
strumentali di regioni ed enti locali. Per questo ci atten-
diamo che l’iter di riforma proceda in sede parlamenta-
re, superando un modello di federalismo che si è rivelato
inadeguato. Con la legge Delrio, invece, si è fatto un pri-
mo passo sul percorso di riorganizzazione del territorio,
con l’istituzione delle Città metropolitane.
Credo che possiamo sin da subito sottolineare alcuni pun-
ti di forza del nuovo assetto: razionalizzazione delle com-
petenze e delle funzioni amministrative; efficienza nella
gestione e pianificazione degli interventi e nell’erogazio-
ne dei servizi, mediante lo sfruttamento di possibili eco-
nomie di scala e di scopo.
La legge prende atto del ruolo determinante e crescente
che le città rappresentano all’interno dell’economia na-
zionale ed europea. Il territorio urbano è un protagonista
dell’economia, per quanto riguarda l’offerta di servizi e l’of-
ferta turistica, le opportunità di lavoro, le attività legate
all’innovazione, alla ricerca e la capacità di attrarre capitali.
Teme che alcuni scandali che hanno investito recen-
temente il settore possano frenare il rilancio delle in-
frastrutture nel nostro Paese?
Le patologie che hanno investito di recente il nostro set-
tore e che hanno destato tanto e giustificato allarme rap-
presentano fenomeni che debbono essere affrontati con
determinazione, a cominciare da noi imprenditori. Non
possiamo, però, permettere che tutto ciò getti discredi-
to su un sistema di imprese che è e resta profondamen-
te sano. Il nostro valore, la nostra determinazione a fare
dell’Italia un Paese moderno e competitivo è indiscutibi-
le. Siamo pronti, in ogni sede, a fare la nostra parte, sia
come attori dello sviluppo che come promotori del cam-
biamento. In ogni occasione che ci sarà offerta daremo il
nostro contributo per tornare a progettare l’Italia miglio-
re che tutti vogliamo.
Paolo Mazzanti
Vittorio Di Paola è stato nominato Cavaliere del Lavoro
nel 2006. Ha percorso l’attività lavorativa in Astaldi,
primaria impresa di costruzioni, fino al 2010 quando
ne è diventato presidente onorario. Dal 2011 al 2014
è stato presidente di Vianini Lavori. Fa parte del
Consiglio Direttivo della Federazione Nazionale
dei Cavalieri del Lavoro.
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