Civiltà del Lavoro, n. 1/2015 - page 35

35
INCHIESTA
CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2015
stimenti da 315 miliardi di
euro, da realizzarsi nel pros-
simo triennio, con un focus
particolare su infrastrutture
e ricerca e innovazione, e
ai più recenti Orientamen-
ti sulla flessibilità dei conti
pubblici degli Stati membri.
Si tratta di due iniziative le-
gate l’una all’altra.
Come funzionerà il Piano
Juncker per la crescita? Ri-
uscirà a rilanciare effetti-
vamente le infrastrutture?
Il Piano di investimenti ruo-
ta intorno alla creazione di
un fondo strategico, che
punterà a raccogliere risor-
se sul mercato dei capita-
li usando una minima leva
pubblica. Sotto questo profilo, se da un lato guardiamo
con favore al possibile avvio di un confronto tra il Gover-
no e la Banca europea degli Investimenti per accelerare
gli investimenti in infrastrutture, dall’altro lato sono an-
cora numerosi i nodi da sciogliere, sia in ordine alla fatti-
bilità che alla dimensione finanziaria del Piano. La scelta
di concentrare l’attenzione sulla finanza privata rispetto a
quella pubblica appare una scelta obbligata, data la diffi-
cile congiuntura dei bilanci degli Stati, ma desta non po-
che perplessità sul piano della sua realizzabilità.
Sul versante delle risorse pubbliche la recente apertura
della Commissione europea sulla flessibilità di bilancio e
i risparmi sulla spesa per interessi generati dal Quantita-
tive Easing della Bce potrebbero finalmente offrire all’I-
talia l’opportunità di usare una più consistente leva pub-
blica per contribuire alla realizzazione degli investimenti.
Da tempo si cerca di mobilitare risorse private anche a
livello nazionale attraverso strumenti come il project
financing. Come giudica questi strumenti?
Abbiamo valutato positivamente le misure varate dal Go-
verno a sostegno della finanza privata, come la defiscaliz-
zazione degli investimenti realizzati in partenariato pub-
blico-privato d’importo superiore ai 50 milioni di euro e
le misure a sostegno delle emissioni di project bond. Ma
non dobbiamo nasconderci che un più significativo ed
effettivo impiego della finanza privata necessita ancora
di rilevanti interventi strutturali in materia di assetto dei
mercati finanziari e certez-
za della regolazione.
Il mercato della finanza pri-
vata per le infrastrutture re-
sta, infatti, ancora frenato da
diversi fattori: l’instabilità e
la complessità del quadro
normativo e regolatorio, i
tempi lunghi della giustizia
amministrativa e l’assenza
di strumenti finanziari ade-
guati.
Al problema delle risorse
si aggiunge quello dell’ac-
cettabilità sociale delle
opere pubbliche.
La cultura del “no a prescin-
dere” è purtroppo molto
diffusa nel nostro Paese e
troppo spesso rallenta i pro-
cessi decisionali e ostacola la realizzazioni delle opere. Il
superamento di questa cultura è un presupposto fonda-
mentale per restituire al settore delle infrastrutture il ruo-
lo di volano dell’economia. Abbiamo sostenuto da tempo
l’introduzione di una regolazione specifica che disciplini il
rapporto con la collettività dei territori su cui si insediano
le infrastrutture, con l’obiettivo di ridurre i contrasti, con-
tenere tempi e costi.
Sul tante volte evocato “débat public”, Governo e Parla-
mento hanno espresso da tempo opinioni favorevoli e
convergenti, ma non hanno ancora trovato una trasposi-
zione normativa specifica e organica e, soprattutto, effi-
cace e risolutiva.
In concreto, quali sono le infrastrutture sulle quali l’I-
talia dovrebbe puntare?
A livello europeo il principale riferimento non può che es-
sere la programmazione delle Reti transeuropee (Trans
European Networks, TEN-T), senza le quali non si ridu-
ce il rischio della nostra perifericità rispetto a un’Europa
del Nord economicamente più integrata e dinamica. Ba-
sta guardare a questa area del Paese, al Nord-Ovest, che
è attraversata da due fondamentali Corridoi europei (Li-
sbona-Kiev e Genova-Rotterdam). Dalla realizzazione dei
Corridoi europei dipendono le prospettive di competitività
e di integrazione di queste importanti regioni, altrimenti
limitate da evidenti strozzature infrastrutturali.
Lo stesso vale per il Nord-Est e il resto del Paese, anch’essi
»
copertina 1...,25,26,27,28,29,30,31,32,33,34 36,37,38,39,40,41,42,43,44,45,...copertina 4
Powered by FlippingBook