Civiltà del Lavoro, n. 1/2015 - page 37

CIVILTÀ DEL LAVORO
I - 2015
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INCHIESTA
registrato una buona diffu-
sione anche al Centro-Sud,
soprattutto in Abruzzo, Pu-
glia e Sardegna.
Inoltre, va ricordato che
possono “fare rete” impre-
se di tutti i settori e di tutte
le dimensioni: sempre più
spesso abbiamo casi di re-
ti tra grandi e piccole im-
prese e tra imprese di set-
tori diversi.
La rete è uno strumento
flessibile e per questo il
suo contributo all’efficien-
za del sistema produttivo
è fondamentale.
Basti pensare alle declina-
zioni in tema di internazio-
nalizzazione.
Con la rete le imprese pos-
sono presentarsi all’este-
ro più forti, offrire servizi come l’assistenza post vendi-
ta, presentare offerte “chiavi in mano” o condividere il
portafoglio clienti.
Le imprese in rete possono cogliere opportunità in mol-
ti altri settori: in ambito giuslavoristico possono usufrui-
re del distacco semplificato e assumere in regime di co-
datorialità; con riguardo alle gare pubbliche, grazie alla
modifica del codice degli appalti voluta da Confindustria,
le imprese in rete possono partecipare alle gare.
Solo alcuni esempi, questi, per mostrare l’estrema dutti-
lità e versatilità della collaborazione in rete.
»
Quale bilancio possiamo
fare sulla diffusione del-
le reti d'impresa sul ter-
ritorio e, soprattutto, sul-
la sua efficacia ai fini del
rilancio del sistema pro-
duttivo?
Il bilancio è sicuramente po-
sitivo. Siamo partiti da zero
nel 2009, quando abbiamo
proposto al Governo il con-
tratto di rete e non sapeva-
mo come le imprese avreb-
bero accolto questa nuova
possibilità.
La crescita delle reti ci ha
dimostrato non solo che
l’intuizione era giusta, ma
anche che la rete è lo stru-
mento più idoneo a stimo-
lare politiche di crescita per
le nostre imprese.
Nel 2012 mi è stato affidato dal presidente Squinzi l’obiet-
tivo di arrivare a 2.000 contratti di rete con 10.000 impre-
se entro il 2016 e oggi posso dire che l’obiettivo è stato
raggiunto a febbraio 2015, con più di un anno di anticipo.
Questo risultato è frutto della collaborazione di tutto il si-
stema: associazioni, banche, Regioni, Governo, che han-
no riconosciuto nel contratto di rete le potenzialità per
permettere alle imprese di pensare e agire in grande pur
mantenendo la propria dimensione e la propria autonomia.
Le reti sono diffuse in tutte le regioni, con maggiore densi-
tà in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, ma abbiamo
UNO
STRUMENTO
VERSATILE
Dal suo debutto, nel 2009, il contratto di rete ha interessato un crescente numero di imprese,
senza distinzione di settori, dimensioni e aree geografiche. Aldo Bonomi, presidente del
Comitato tecnico “Reti di impresa, filiere e aggregazioni” di Confindustria, sottolinea i benefici
nel rapporto con le banche che hanno sviluppato prodotti specifici per queste aziende.
Aldo Bomoni
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