Civiltà del Lavoro, n. 2/2014 - page 37

CIVILTÀ DEL LAVORO
II • 2014
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È assolutamente indispensabile che la Bce ottenga dall’Ue
un mandato a occuparsi del valore della propria mone-
ta, l’euro, non solo per quanto attiene al mercato interno
con il controllo stretto dell’inflazione (con il rischio poi di
finire in deflazione), ma anche relativamente alla parità
dell'euro nei rapporti con le altre valute, in primis con il
dollaro. Il fatto che questa tematica non sia stata corret-
tamente gestita è confermato dai seguenti dati:
noi siamo entrati nell’euro allorquando questi aveva
una parità col dollaro di 1,18 (1 gennaio 1999);
siamo poi scesi sempre nei confronti del dollaro a 0,83
(fine anno 2000);
ora siamo quasi a 1,40 (dal febbraio 2014).
Vi rappresento ora una mia analisi “macro”. Se guardia-
mo alla situazione mondiale e dividiamo il mondo in tre
macroaree, constatiamo che il Pil nei paesi extra Ue, so-
prattutto nel Far East, cresce di circa l’8%. Nei paesi Ocse
legati al dollaro si registra una crescita (ad esempio il Pil
degli Usa) della metà, arrivando a circa il 4%. I paesi Ue
al contrario, compresi quelli economicamente più forti co-
me la Germania, arrivano mediamente a crescere a ma-
Mario Boselli è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 1990.
Ha sviluppato l’azienda di famiglia, di antica tradizione serica,
sia in Italia che all’estero. È stato Presidente di Federtessile.
Attualmente è Presidente della Camera Nazionale
della Moda Italiana.
lapena del 2%, un quarto o la metà delle due aree sopra
citate. Ora io sono convinto che una delle cause di que-
sta situazione sia rappresentata in modo significativo dalla
parità di cambio fra le monete delle su citate macroaree.
Ritengo che noi dovremmo in ogni occasione chiedere a
tutti i responsabili della politica economica e finanziaria
a livello nazionale, ma soprattutto a livello comunitario,
di porre mano a questa situazione indicando come obiet-
tivo, in modo provocatorio ma non troppo, il raggiungi-
mento della parità 1 a 1 euro/dollaro.
UN EURO SOPRAVVALUTATO FRENA LA COMPETITIVITÀ
DI TUTTE LE ESPORTAZIONI EUROPEE ED È UN INCENTIVO
PER I GRANDI BRAND A SPOSTARE LE PRODUZIONI
NELLE AREE A VALUTA DEBOLE
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