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CIVILTÀ DEL LAVORO
II • 2014
DOSSIER
FOCUS
PRIMO
PIANO
INCHIESTA
RITRATTI
2009 solo il 43% degli aventi diritto è andato alle urne. Le
previsioni in termini di affluenza per le prossime elezioni,
che saranno le ottave, sono ancora più pessimistiche, con
l’aggravante che nel prossimo Parlamento siederanno mol-
ti esponenti di forze politiche populiste e antieuropee. Di
chi la colpa di questa progressiva disaffezione degli elet-
tori nei confronti del Parlamento di Strasburgo? AI primo
posto metterei i governi dei singoli Paesi membri, che al
Parlamento europeo hanno lasciato sempre un ruolo se-
condario. Le sorti dell’Unione sono sempre state gestite dal
Consiglio dei Capi di Governo dei Paesi membri, mentre
dal canto suo, la Commissione europea, ha prestato ben
poca attenzione ai lavori e alle istanze del Parlamento.
Infine, i partiti politici nei diversi Stati membri non han-
RICORDO LE SPERANZE
che suscitarono le pri-
me elezioni del Parlamento europeo a suffragio universale
nel 1979. Prima di allora il Parlamento, composto da 198
parlamentari, era nominato dai Parlamenti nazionali ed
era in pratica una loro emanazione. Nel nuovo Europarla-
mento gli eletti sarebbero stati 410, rappresentanti degli
allora 180 milioni di cittadini europei chiamati alle urne;
81 di questi in rappresentanza dell’Italia. Votarono in Euro-
pa il 61,99% degli aventi diritto, ma in Italia si registrò la
maggiore percentuale dei votanti, ben 85,9%, a testimo-
nianza delle attese che gli italiani riponevano nell’Europa.
Negli anni successivi è sensibilmente calato in tutta Eu-
ropa l’afflusso alle urne in occasione delle votazioni per
eleggere l’Europarlamento. Nel 1994 scese al 56,7%; nel
EUROPARLAMENTARI
UN
MANDATO
DISATTESO
di Alfredo Diana, Presidente emerito Federazione Nazionale Cavalieri del Lavoro
L'assenteismo dei nostri rappresentanti ha ridotto il peso dell'Italia nelle decisioni comunitarie