Civiltà del Lavoro, n. 6/2014 - page 101

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INTERVISTA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2014
ovunque, eccezion fatta per le poche città di dimensione
maggiore. A mio avviso è stato decisivo l’aver percorso
uno sviluppo che è stato soprattutto per vie esterne – le
acquisizioni – anziché interno – l’apertura di nuovi sportelli.
In questo modo abbiamo integrato nella nostra banca re-
altà e persone con esperienze e culture professionali mol-
to differenti, ma tutte in grado di conoscere bene il terri-
torio di provenienza. Ed è noto che si fa credito meglio e
con meno rischi se si è “padroni” del territorio, nel senso
di saperne interpretare caratteristiche e criticità: in questo
senso, Banca Popolare di Bari è ovviamente una banca
della Puglia, ma lo è anche della Campania, della Basili-
cata, dell’Umbria, così come lo sarà dell’Abruzzo, grazie
all’apporto di Banca Tercas e Banca Caripe, che sono en-
trate nel Gruppo a partire da ottobre.
In merito al tema del credito, certamente partire dal Mez-
zogiorno porta a un approccio differente nelle componenti
gestionali perché diversa è la tipologia dell’impresa rispet-
to ad altri territori. Tuttavia non credo ci siano condiziona-
menti di sorta perché oggi, come detto prima, il credito
deve essere erogato e gestito in maniera professionale,
dalle Alpi alla Sicilia.
Quali progetti ha per la Banca Popolare di Bari?
Il nostro obiettivo è continuare a crescere in modo razio-
nale ed efficiente, nell’interesse di tutti quelli che sono i
nostri stakeholder, a partire dai soci – i nostri padroni og-
gi sono 62mila ma puntiamo ad arrivare rapidamente a
100mila – per passare ai clienti, al personale e a tutte le
componenti socio-economiche delle zone dove siamo e
saremo presenti.
Puntiamo a diventare un gruppo bancario più grande, ma
soprattutto più competitivo nell’offerta di prodotti e ser-
vizi alla clientela. Stiamo investendo molto nell’innova-
zione, sia sul fronte commerciale che sul fronte dei pro-
cessi operativi.
Attenzione al cliente, innovazione nella gamma dell’offer-
ta ma anche delle modalità di distribuzione – prestando
grandissima attenzione alle nuove tecnologie e ai canali
non fisici – e velocità delle risposte sono alcuni dei pilastri
sui quali stiamo fondando il nostro futuro. C’è poi il tema
cruciale delle risorse umane. Il successo di una banca è il
successo delle sue persone. Per me è motivo di grande
orgoglio vedere presenti nel nostro Gruppo tante risorse
giovani, che spesso scegliamo tra le più promettenti in
ambito universitario, che tante volte tornano al Sud per-
ché credono nel nostro progetto e nel contributo che pos-
siamo dare alla crescita del Mezzogiorno. E questa è sen-
za dubbio la cosa migliore che riusciamo a realizzare.
è naturalmente che il rapporto sia ispirato a professiona-
lità e trasparenza.
Come si trasforma una banca di provincia in una ban-
ca nazionale?
È un processo lungo e impegnativo. Occorrono una buona
dose di ambizione, la volontà e la capacità di assumere ri-
schi in modo consapevole, il supporto di risorse competenti
e appassionate, una visione adeguatamente profonda che
consenta di cogliere in modo corretto le opportunità pre-
senti soprattutto nelle fasi di razionalizzazione che perio-
dicamente interessano il sistema bancario e che portano
fisiologicamente a una riduzione del numero dei player.
Il supporto degli azionisti è fondamentale, specie in una
banca popolare, che deve guadagnarsi e mantenere la fidu-
cia e il consenso dei propri soci attraverso una condivisione
del progetto strategico e un rapporto serio e trasparente.
Banca Popolare di Bari non è ancora una vera e propria
banca nazionale, è cresciuta tantissimo – da 50 a 400 spor-
telli in meno di 15 anni – ma ha una dimensione per certi
versi medio-piccola, pur essendo oggi tra le prime 20 re-
altà in Italia. Abbiamo tuttavia percorso un cammino stra-
ordinario, che trova pochi riscontri nel sistema bancario
del nostro Paese, del quale siamo ovviamente orgogliosi,
pur restando pienamente consapevoli che uno sforzo an-
cora maggiore ci attende nel prossimo futuro. Sforzo ne-
cessario per poter raggiungere gli ulteriori traguardi che
ci siamo posti e continuare a presentarci come soggetto
aggregante in un contesto che, complice la profonda crisi
sistemica, è di nuovo entrato in una fase di significativa
razionalizzazione e accorpamento.
Nella politica di acquisizioni da lei condotta negli an-
ni, si percepisce l’obiettivo di agire al fine di assicura-
re la presenza di un forte gruppo creditizio anche al
Sud. Le origini geografiche di un istituto bancario con-
dizionano, in qualche modo, l’erogazione del credito?
L’Italia è un paese contraddistinto da forti caratterizzazioni
territoriali, all’interno delle quali la presenza di una banca
locale forte e autorevole può rappresentare una compo-
nente essenziale a supporto del tessuto imprenditoriale.
Questo a maggior ragione nel Sud Italia, dove il mondo
produttivo ha spesso sofferto dell’assenza di interlocuto-
ri creditizi realmente in grado di sostenerne le esigen-
ze: le banche nazionali erano spesso assenti, quelle lo-
cali troppo piccole.
Come Banca Popolare di Bari ci siamo posti l’obiettivo di
diventare un punto di riferimento per le regioni meridiona-
li, colmando quel vuoto qualitativo riscontrabile in pratica
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