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INTERVISTA
CIVILTÀ DEL LAVORO
VI - 2014
aggiunto per tutto il sistema Paese. Anche partendo da
questo possiamo convincere gli investitori esteri a guar-
dare all’Italia con occhi diversi. Questo ovviamente da so-
lo non basta: i nuovi investimenti devono potersi inserire
in un mercato più efficiente e meritocratico.
Rispetto a quando ha cominciato, quali cambiamenti
hanno attraversato il settore assicurativo?
Il mercato assicurativo ha subito una serie di cambiamenti
straordinari. Nel corso degli ultimi vent’anni, in particolare
con l’avvento di internet e della telematica, si è assistito
a un graduale superamento dei soli canali di vendita tra-
dizionali e a un cambiamento dell’offerta di prodotti le-
gato all’evoluzione della clientela, sempre più sofisticata
e giustamente esigente.
Il tutto in un ambiente di mercato molto dinamico e com-
petitivo. Tutto ciò ha reso il compito di chi gestisce le im-
prese assicurative ancora più sfidante.
•
In questo contesto economico e finanziario difficile le
generazioni più giovani scontano una forte penaliz-
zazione: cosa ne pensa?
Oggi ci troviamo in una fase cruciale: la congiuntura sfa-
vorevole, il calo dei consumi e le difficoltà finanziarie ren-
dono sempre più complessa la permanenza e la compe-
titività delle imprese sul mercato. Questo non favorisce
l’ingresso nelle aziende dei giovani, che invece sono uno
dei motori della competitività del Paese. Le mie prime re-
sponsabilità in azienda le ho avute a 35 anni e verso i 40
ho ricoperto ruoli di capoazienda. Oggi, purtroppo, è mol-
to più difficile per un giovane avere queste opportunità.
Eppure sono i giovani il capitale su cui investire per pun-
tare sull’innovazione; sono loro che permettono di otte-
nere un vantaggio competitivo indispensabile per vince-
re le nuove sfide del mercato globale, soprattutto in una
fase complessa come quella attuale. A mio avviso, poter
contare su un capitale umano di qualità è il vero valore